Visioni d'Africa by Maurizio Zinni

Visioni d'Africa by Maurizio Zinni

autore:Maurizio Zinni [Zinni, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Donzelli Editore


1 Cfr. R. De Felice, Il fenomeno fascista, in «Storia contemporanea», 1979, 4, pp. 619-32.

2 Pur con divergenze anche evidenti, i primi studi sistematici sulla politica coloniale fascista già evidenziavano la rilevanza del mito imperiale nell’ideologia fascista delle origini, principalmente ma non in maniera univoca quale frutto dell’eredità delle teorizzazioni nazionaliste sulla riflessione mussoliniana. Cfr. L. Preti, Impero fascista, africani ed ebrei, Mursia, Milano 1968, pp. 7-13; E. Santarelli, Ricerche sul fascismo, Argalia, Urbino 1971, pp. 21-45; G. Rumi, L’imperialismo fascista, Mursia, Milano 1974, pp. 15-24; J. L. Miège, L’imperialismo coloniale italiano dal 1870 ai giorni nostri, Rizzoli, Milano 1976, pp. 11, 42-3, 134-5.

3 E. Gentile, Le origini dell’ideologia fascista (1918-1925), Laterza, Roma-Bari 1975, p. 150.

4 Su questi temi cfr. E. Gentile, Storia e interpretazioni del fascismo, Laterza, Roma-Bari 2002, pp. 147-261.

5 Ancora oggi la partizione fatta da Luigi Goglia appare la più convincente. Nel suo studio la politica coloniale fascista viene suddivisa in tre fasi: la prima che va dal 1922 al 1926 viene definita come quella della transizione; la seconda, dal 1927 alla guerra d’Etiopia, come quella della definizione, e la terza, dal 1936 alla fine dell’impero, come quella dell’apogeo. Id., L’imperialismo coloniale fascista, in Grassi - Goglia, Il colonialismo italiano cit., pp. 203-26. Anche se su posizioni interpretative differenti, condividono sostanzialmente l’impostazione di Goglia nella lettura della prima fase sia Angelo Del Boca che Nicola Labanca. Cfr. A. Del Boca, Gli italiani in Africa orientale, II, La conquista dell’impero cit., pp. 7-8; Labanca, Oltremare cit., pp. 143-5.

6 Sul mito di Roma e sull’uso che ne fece il regime fascista cfr. A. Tarquini, Il mito di Roma nella cultura e nella politica del regime fascista: dalla diffusione del fascio littorio alla costruzione di una nuova città (1922-1943), in «Cahiers de la Mediterranee», numero monografico La culture fasciste entre latinité et méditerranéité (1880-1940), 2017, 95, pp. 139-50; D. Aramini, Nel segno di Roma. Politica e cultura nell’Istituto di Studi Romani, in A. Tarquini (a cura di), Il primato della politica nell’Italia del Novecento. Studi in onore di Emilio Gentile, Laterza, Roma-Bari 2016, pp. 35-64; M. Cagnetta, Antichisti ed impero fascista, Dedalo, Bari 1979; M. Munzi, L’epica del ritorno. Archeologia e politica nella Tripolitania italiana, «L’Erma» di Bretschneider, Roma 2001, pp. 39-121.

7 C. Marongiu Bonaiuti, Politica e religione nel colonialismo italiano (1882-1941), Giuffrè, Milano 1982, p. 11. Al di là delle dichiarazioni pubbliche, nella realtà dei fatti l’aggressiva politica coloniale fascista, se da un lato incontrava il favore degli ordini missionari e di una parte del clero; dall’altro, soprattutto nei mesi dell’attacco all’Etiopia, suscitava critiche in Vaticano. Solo con la promulgazione delle sanzioni da parte della Società delle Nazioni si manifestò tra le due istituzioni una convergenza. Lo stesso pontefice, come sottolinea Lucia Ceci, «si mosse su posizioni piuttosto oscillanti che potevano – come avvenne – prestarsi a interpretazioni contrapposte» (Ead., Il papa non deve parlare. Chiesa, fascismo e guerra d’Etiopia, Laterza, Roma-Bari 2010, p. 44).

8 Come osserva Labanca: «Mentre le altre potenze coloniali miravano allo statu quo, alla valorizzazione



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